Corviale convive con due riserve naturali d’inestimabile valore estese per 1350 ettari. Permane altrove, nelle zone di minore densità abitativa, la campagna tradizionale, come si è strutturata dopo gli interventi di bonifica e riorganizzazione fondiaria degli inizi del XX secolo e dopo la riforma agraria dei successivi anni Cinquanta e Sessanta, alternando aziende di dimensioni diversificate. Infine, vi sono zone nelle quali la campagna è attrezzata secondo esigenze che non corrispondono più alla tradizionale funzione di produzione agroalimentare ma ad una domanda di servizi nuovi che i cittadini richiedono: aziende agroambientali, agriturismi, fattorie sociali, centri sportivi e per il tempo libero, maneggi, body farm, cliniche per animali, vivai, ecc. Le villettopoli convivono con i tuguri degli immigrati. La ricerca di senso e di nuovi stili di vita, da parte di persone provate dal disagio contemporaneo, s’incrocia coi bisogni abitativi di giovani coppie e di nuovi poveri. Dunque, un nuovo mondo, composito e promiscuo, è protagonista di un fenomeno ancora sottovalutato, che va sotto il nome di rurbanizzazione: un sovrapporsi di urbanizzazione e ruralizzazione, una sorta di continuum urbano-rurale, in cui è sempre più difficile distinguere ciò che è città da ciò che è campagna.