Che cosa significa questo processo in atto per la vita dei cittadini?

Quello che una volta costituiva il settore primario (per distinguerlo dagli altri) oggi è un ambito della bioeconomia polivalente e multifunzionale che comprende le attività delle fattorie sociali; i percorsi didatticoeducativi; gli itinerari turistici, culturali e ambientali nelle aree protette; il benessere fai da te (hobby farmer); le reti di orti urbani come esercizio del diritto al pezzo di terra con cui attenuare il disagio della vita in città; le reti di centri ippici e cinofili e di asinerie come riproposizione del rapporto uomo-animale; la lavorazione del legno di città come proposta di nuovi significati simbolici che manufatti e arredi e le loro filiere potrebbero incorporare. Si tratta di quelle agricolture civili che producono beni relazionali e alimentano la fraternità civile. La dimensione rurbana fa emergere con maggiore evidenza che in altri contesti iniziative innovative come i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) o i Mercati Agricoli di vendita, che ripropongono la cultura del cibo locale o filiera corta, come riconnessione del legame tra produttore e consumatore e tra spazio urbano e spazio rurale e come garanzia di accesso al cibo di qualità soprattutto nelle aree dove si concentra la popolazione a più basso reddito. Come può avvenire in pratica tutto ciò? Cohousing, agricoltura sociale, orti urbani, economia di comunione sono soltanto alcuni 7 esempi di innovazioni organizzative, in cui la dicotomia città/campagna fa spazio a forme reali, possibili e sostenibili dell’abitare. Riusciremo a vedere con i nostri occhi queste trasformazioni? Già nell’Expo 2015, il progetto di Corviale sarà visibile con una mostra di prototipi e progetti sull’uso del tetto piano come luogo di rigenerazione di tutti i flussi vitali dell’edificio residenziale: persone, merci, materie, informazioni. Serre idroponiche e pergole fotovoltaiche, orti e verde pensili, mini fab lab, un’armatura ecologica che modifica profondamente l’input di approvvigionamento e l’output di espulsione verso le reti urbane. La superficie del tetto diventa suolo produttivo, un’interfaccia di scambio, una stazione fondamentale di tutto il sistema di circolazione–consumo-produzione, dalla scala capillare dell’utenza domestica a quella ambientale dell’ecosistema urbano.

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